Gli scorci dalle finestre delle innumerevoli case abitate negli anni - scorci che suscitano ricordi ed emozioni, cui si associano storie, percorsi e incontri nell'arco di quasi un secolo attraverso tutti i continenti - sono il filo conduttore del film di una vita, quella di Aldo Comba.
Nell'Occidente secolarizzato i cristiani sono una minoranza. Il loro ruolo è poi sempre meno rilevante in una società in cui i riferimenti antropologici e culturali al cristianesimo stanno ormai scomparendo. La radicalità e la rapidità di questo cambiamento provocano nei credenti reazioni disparate: c'è chi ne minimizza la portata, chi lo subisce con rassegnazione e chi ne ricava l'indicazione che il cristianesimo deve assimilarsi alla cultura dominante, nel segno dell'uscita e dell'apertura al mondo; altri, al contrario, coltivano forme di difesa nostalgica del passato e di chiusura alla realtà contemporanea, o puntano a costruire in ambiti ristretti esperienze di vita cristiana integrale che si pongano come microsocietà alternative al mondo circostante. Ciò che accomuna i sostenitori di queste opzioni così diverse è però la tentazione di concepirsi come gli ultimi cristiani: eredi di un passato, poco importa se da conservare oppure da abbandonare. In questo libro si sostiene un'altra tesi: il cristianesimo è per sua natura sempre iniziale e in questo senso l'esempio delle prime generazioni cristiane è paradigmatico per tutte quelle successive, compresa la nostra che deve reimparare a vedersi come una generazione di «primi cristiani». Quella di essere una minoranza creativa immersa in un ambiente ostile è stata infatti la condizione normale dei cristiani almeno per tutti i primi tre secoli della loro storia. Lungi dal farsi assimilare dalla cultura dominante o al contrario dal chiudersi ad ogni rapporto con essa per salvaguardare la propria purezza identitaria, essi seppero esprimere una straordinaria capacità di relazione con la cultura del mondo greco-romano, basata sulla pratica del giudizio (krisis) e del «retto uso» (chrêsis) dei suoi contenuti. La loro presenza nella società, in questo modo, divenne sempre più significativa, pur restando numericamente assai ridotta e priva di garanzie giuridiche e politiche. Dalla conoscenza di quel processo storico possono dunque venire preziosi spunti di riflessione. Il libro ne presenta alcuni, soffermandosi in particolare su quattro aspetti del rapporto dei cristiani con la società romana: la giustizia, la scuola, l'economia e il sistema degli spettacoli. Prefazione del Card. Massimo Camisasca.
Il secondo libro di Enoch. "Scrivo non per i miei, ma per le estreme generazioni future, per voi esseri umani che verrete". Così parlava Enoch, il settimo della discendenza di Adamo che, dopo una vita durata 365 anni, salì al Cielo ancora vivente. Dalla notte dei tempi egli ha indicato all'umanità una strada luminosa da percorrere. Enoch risale alle cause del male e grandi sono le sue sofferenze per la malvagità umana e le sue esortazioni a coltivare il bene e la saggezza. Tutti i suoi scritti, che sono riportati affiancati dall'interpretazione di Pincherle, furono ritrovati e raccolti nel tempo precedente la nascita di Cristo. Non riconosciuti dalla Chiesa e ignorati nella raccolta del Vecchio Testamento, oggi sono pubblicati in tutto il mondo. Oltre a darci una chiara panoramica della straordinaria civiltà che in quei tempi fioriva sulla Terra, offrono chiare spiegazioni sull'inizio del peccato, sulla caduta degli angeli, sull'intervento degli arcangeli sul futuro dell'umanità, sull'apocalisse e sull'arrivo del Messia e del regno di Dio in Terra.
La presenza della famiglia comboniana nel mondo.
Dal 1980 il periodico Parola Spirito e Vita si è affermato come prezioso strumento di lettura spirituale della Bibbia. Ogni sei mesi un numero monografico di Parola Spirito e Vita conduce all'incontro con le Scritture, non solo come libro di riferimento per i fedeli, ma come parola viva capace di portare l'uomo contemporaneo alla scoperta di Dio: un appuntamento di riflessione essenziale per gruppi biblici, comunità, operatori pastorali e per tutti coloro che aspirano a una conoscenza più intima e profonda della Parola.
«L'uomo e la donna sono creati per una reciprocità comunionale e Dio, quando parla, non li separa. E Satana invece che li separa, quando si rivolge alla donna sola (comportandosi così, dice Evdokimov, proprio perché è la donna che è religiosamente determinante). Da qui nasce poi un vero e proprio «scisma ontologico» e da ultimo l'opposizione del maschile e del femminile. Se Dio dice dolorosamente ad Adamo: "Dove sei?", l'uomo e la donna continueranno sempre e tragicamente, ma anche con una nostalgia paradisiaca, a porsi reciprocamente la stessa domanda. Pavel Evdokimov evoca a grandi linee, nel corso della storia, questa guerra tra il maschile e il femminile, con l'alternarsi del matriarcato e del patriarcato. Il movimento contemporaneo di liberazione della donna si dirige a tentoni verso un rinnovato incontro dell'uomo e della donna. Ma la donna è tentata dall'esclusione dell'uomo, da atteggiamenti viriloidi. La libertà della donna, al pari di quella dell'uomo, ha bisogno di essere salvata. Essa esige che si esplorino degli aspetti che troppo a lungo sono rimasti solamente impliciti nel cristianesimo». (dalla prefazione di Olivier Clément)
A ottant'anni Manlio Simonetti iniziò a scrivere sui giornali. Dal 2006 infatti tenne per un anno su Avvenire una rubrica settimanale, i cui brevissimi testi furono subito raccolti in Classici e cristiani. Poco dopo, nell'autunno del 2007, cominciò a collaborare con il quotidiano della Santa Sede, L'Osservatore Romano, dove scrisse per un intero decennio sull'antico mondo cristiano, fino a pochi mesi prima della morte (1° novembre 2017), ormai novantunenne. In questo libro, il quarto di Simonetti nei Sussidi Patristici, sono raccolti tutti i suoi articoli pubblicati sul foglio vaticano. Chi conosca la sua attività scientifica non faticherà a riconoscerlo in questi "scritti minori", giornalistici per la scioltezza e l'essenzialità della scrittura, scientifici per la sicurezza e la solidità della dottrina: riflessioni sulla storia degli studi, su questioni di metodo e su nodi storiografici rilevanti, profili di studiosi, recensioni e le novità su Origene e Agostino.
Fra le civiltà antiche, quella egizia sembra essere quella che più ha esplorato e maggiormente sviluppato il concetto di "passaggio da una vita terrestre a una vita dopo la morte". Nel dossier della rivista si scopre anche come i mesopotamici e i greco-romani si siano appropriati dell'idea, prima di presentare quello che, con Gesù nel Nuovo Testamento, appare come il rinnovamento di un annuncio di risurrezione. Infine, visitando il cimitero di Père-Lachaise (uno dei più celebri e visitati del mondo) con la guida di un esperto, si scoprirà quello che dicono della vita dopo la morte coloro che ci hanno preceduto... Completano il numero le consuete rubriche di "Studi Biblici" e "Bibbia e cultura".
Vengono qui raccolti, su iniziativa dell'autore stesso, due contributi di papa Francesco di epoche diverse: un testo del 1991, intitolato Corruzione e peccato, e la Lettera ai sacerdoti della diocesi di Roma dell'estate 2023, con un'introduzione inedita dello stesso Pontefice. Ad accomunare entrambi i testi una diagnosi precisa della "mondanità spirituale", vera e propria piaga della fede, che per papa Francesco nella Chiesa assume il volto del clericalismo. Inoltre, l'autore offre alcuni consigli e suggerimenti per rifiutare questa dimensione mortifera per la vita del credente.